La parola dell’anno nel 2020? Non c’è. L’Oxford English Dictionary, che ogni fine novembre conia il termine più significativo per riflettere sull’evoluzione del linguaggio, si è arreso

Il vocabolario redatto dalla Oxford University Press per la prima volta nella sua storia non proclamerà un solo termine per indicare quello di maggior successo nell’annata che si sta chiudendo.

In cinque anni il linguaggio mondiale è passato dall’emoji con le risate a crepapelle al caos che non può essere riassunto con una parola. Il 2020 è un anno che ci ha talmente sopraffatto, dicono gli illustri lessicografi, da non avere la sua parola simbolo.

Quest’anno il ‘sismografo’ del linguaggio ha registrato così tante scosse che il dizionario dell’Oxford University ha stilato l’elenco di “Parole di un anno senza precedenti”.

“Per essere un anno che ci ha lasciato senza parole, il 2020 è stato pieno di nuove parole come nessun altro”, ha ironizzato Casper Grathwohl, presidente di Oxford Dictionaries.

Le nuove parole

Il team che ha stilato lo studio sulle nuove parole del 2020 le ha divise in capitoli tematici. Ci sono i termini legati al Covid (coronavirus, pandemia, telelavoro, lockdown, lavoratori essenziali); tecnologia e telelavoro (zoom, remoto), movimenti sociali, social media e politica (Black Lives Matter, teoria del complotto, mail-in); ambiente (il nuovo termine coniato per l’effetto della pandemia, ovvero antropausa, si riferisce al “rallentamento globale dei viaggi e di altre attività umane e ai conseguenti riflessi positivi” sull’inquinamento).

Gli anni precedenti

Ripercorrendo gli anni precedenti, la scelta della «parola più rappresentativa» di un’epoca cadde su «Selfie» (nel 2013) e «Vape» («fumo elettronico»), nel 2014.

Come detto, l’emoji 😂 caratterizzò l’evoluzione del linguaggio nel 2015 mentre il termine «post-truth» (post-verità) fu quello legato a cambiamenti più significativi nel 2016, anno del referendum britannico sulla Brexit e delle presidenziali americane con la vittoria di Trump.

«Youthquake» fu la parola del 2017, che identifica un “cambiamento significativo culturale, politico o sociale, creato dall’azione dei giovani”, mentre «toxic» (tossico, velenoso) quella del 2018.

Infine, nel 2019 l’Oxford English Dictionary indicò «climate emergency», un termine aumentato del 10.796% grazie al movimento di Greta Thunberg ed al dibattito sul clima. 

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