Alienazione tecnologica – Effetto isolante
Il primo contatto appena svegli, l’ultimo prima di dormire… Camminiamo, viaggiamo, usciamo, mangiamo senza staccare lo sguardo da esso. Una prigione, un paradosso della società, uno strumento che porta ad estraniarsi da tutto e tutti rendendoci assenti da ciò che ci circonda. Non possiamo più negarlo, la tecnologia ci trasforma a volte in qualcosa di molto simile agli avatar.
Lo smartphone in particolar modo è diventato un’estensione, una parte inscindibile di noi stessi. Basta premere un pulsante per mettere in stand by la vita reale e proiettarsi in un’altra dimensione. Un’alienazione della relazione con il mondo reale che ci fa perdere di vista le vere esperienze e le reali identità. Un mondo parallelo basato sull’idealizzazione di come vorremmo essere o non essere. Smartphone, tablet e pc divengono il mezzo che si interpone tra ogni connessione umana, senza il quale non abbiamo accesso alla vita sociale. Ma a rifletterci bene sono proprio questi oggetti che ci allontanano dalla reale vita sociale.
A rendere concretamente visibile questo status collettivo in cui siamo immersi ma che stentiamo a riconoscere, sono i progetti di alcuni giovani artisti che attraverso la manipolazione delle immagini ci offrono l’input per riflettere ed aprire gli occhi sul mondo che ci circonda.
Sur-Fake è il nome del progetto realizzato dal francese Antoine Geiger. Un artista spinto dalla voglia di immortalare l’assurda sensazione di solitudine provata in mezzo a tanta gente. Migliaia di persone presenti fisicamente ma risucchiate dallo schermo del loro smartphone!
Volti completamente estraniati dal mondo reale, inghiottiti dal digitale capaci di catturare in modo sempre più evidente l’attenzione di ciascun individuo, allontanandolo da qualsiasi relazione interpersonale. Sguardi assenti, attimi non colti, momenti non vissuti perché distratti e totalmente alienati. Nulla di messo in scena, ma tutto tristement vero! Geiger in Sur-Fake cattura il suo quotidiano: in metro, all’interno di un museo o semplicemente in giro, in cui soggetti con il capo chino sul loro cellulare perdono la relazione con il mondo.
Facce, visi e sguardi completamente risucchiati dai luminosi schermi, che con un tocco di inventiva grafica diventano un tutt’uno, così da riprodurre in pieno l’effetto isolante della tecnologia. Dall’idea di mostrare come momenti di armonia familiare possono venir meno senza quasi accorgercene, nasce, invece, il progetto di Eric Pickersgill battezzato Removed.
Uno shooting fotografico che rievoca scene quotidiane: dalla colazione in famiglia all’ultima sbirciata ai social prima di andare a dormire, dallo scatto di una foto ricordo ai momenti di relax sul divano, volutamente messe in scena per esprimere il concetto di alienazione tecnologica. Una serie di immagini, accomunate da un particolare che le rende autentiche ed estremamente reali.
I soggetti protagonisti dei suoi scatti vengono defraudati da pc, tablet e smartphone durante il loro utilizzo, lasciando immutata la scena immortalata. Risultato? Un progetto sconvolgente, che dà prova del fatto che quando si sta insieme si parla e ci si guarda sempre meno perché veniamo quasi inconsapevolmente strappati da ciò che ci sta intorno per rifugiarci in un piccolo mondo che ci tiene distanti dalle persone e dagli ambienti a noi vicini come a voler compiere una fuga dalla routine quotidiana.