Industrial Platforms of Art. Ricerca ed emozioni.

Arrivi. Un occhio ti osserva. Valichi il cancello della azienda Ancione e la natura ti da il benvenuto. Ti addentri e la storia si manifesta davanti ai tuoi occhi. Bitume non è una semplice galleria d’arte, è ricerca ed emozioni. Un luogo in cui l’arte contemporanea provoca il riaffiorare della storia.

A Ragusa, dal 16 ottobre, riaprono le porte della fabbrica di materiale bituminoso Ancione.
Sul solco di Festiwall, il festival di arte urbana, nasce l’operazione Site Specific denominata Bitume Industrial Platforms of Arts, con la direzione artistica di Vincenzo Cascone.

Storicamente, dentro la fabbrica Ancione si è giocata una parte dello sviluppo della città di Ragusa e il materiale bituminoso da loro prodotto ha contribuito a costruire non solo le strade della Sicilia ma anche di tante capitali europee.
Afferma Vincenzo Cascone – “Con questo progetto, e grazie alla volontà di Manfredi, terza generazione Ancione, facciamo un salto indietro all’origine della città che è fatta anche di storia della roccia asfaltica”.
Bitume, dunque, è una piattaforma di ricerca per l’Arte pubblica e al tempo stesso un’opportunità di riscoperta della nostra archeologia industriale.

Tutte le opere realizzate all’interno, e anche alcune nascoste, sembrano esserci sempre state e coesistono con i macchinari degli anni ‘40. Gli artisti internazionali che si sono susseguiti hanno avuto un grande rispetto per gli ambienti senza calcare la mano su un qualcosa che ha già una sua valenza artistica e storica. Tra i grandi nomi del panorama internazionale della street artist hanno contributo al progetto il madrileno Ampparito; il tedesco SatOne; il siciliano Ligama, l’australiano Guido van Helten, Sebas Velasco, Luca Barcellona, Case Maclam, Case 2501, M-city, il duo italiano Sten e Lex.

Visitare Bitume

Si potrà prenotare la visita tramite il sito bitumeplatforms.it, pagando un ingresso di 7€, comprendente assicurazione.
Saranno effettuati 4 tours al giorno, con un massimo di 25 persone a turno.

Il progetto è sostenuto dall’Assemblea Regionale Siciliana, dal Comune di Ragusa, dalla Fondazione Federico II di Palermo, dalla Facoltà di Geologia dell’Università di Catania, dalla Fondazione Cesare Zipelli, dalla Banca Agricola Popolare di Ragusa, e dall’EcoMuseo Carat.

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