Si trova al centro della città di Catania ed è unico per il pregio della sua architettura e per la storia che lo presiede. È l’Anfiteatro Romano, monumento anche conosciuto come “Colosseo nero”.

Con una circonferenza di circa 300 metri, fatto di pietra lavica e di marmi pregiatissimi, è strutturalmente il più complesso degli anfiteatri siciliani e il più grande in Sicilia. Appartiene al gruppo delle grandi fabbriche quali il Colosseo, l’anfiteatro di Capua, l’Arena di Verona.

Storia

La data della sua costruzione è incerta ma senza dubbio risale all’età imperiale.
Se l’eruzione lavica dell’Etna, del 252-253 a.C., non lo cancellò, ad usarlo come cava di pietra ed intaccarlo ci pensarono prima Teodorico, re degli Ostrogoti, nel V secolo, e dopo Ruggero II di Sicilia, re normanno, nell’XI secolo, che lo utilizzò per l’edificazione della cattedrale di Sant’Agata. Facendo un salto negli anni, con il famoso terremoto del 1693, che rase al suolo l’intera Val di Noto, lo storico edificio fu totalmente interrato, per ottenerne una vasta Piazza d’Armi. Per fortuna nel 1904 iniziarono i lavori per riportarlo alla luce, che si conclusero nella primavera del 1906.

Leggenda

Molte sono le dicerie che circolano sull’antico anfiteatro romano catanese, ma di sicuro la più nota, però al tempo stesso la più misteriosa è quella che si aggira attorno ad una scolaresca scomparsa. Non vi sono testimonianze certe, però si racconta che intorno alla metà degli anni ’80 una scolaresca di scuola elementare, formata da 25 bambini e 4 maestre, si recò presso l’anfiteatro per una gita scolastica e scomparve misteriosamente.
La scolaresca decise di visitare prima la parte visibile e poi la parte al di sotto del centro storico, poiché ricoperta dalle colate laviche dell’Etna. Ma qualcosa di strano accadde agli studenti, che scomparvero senza lasciare traccia. Nonostante le imminenti ricerche, nessuno fu mai ritrovato.
A seguito dell’avvenimento, varie furono le ipotesi sulla scomparsa: c’è chi rimane scettico riguardo la vicenda, sostenendo che, data la forma ovale dell’anfiteatro sia impossibile non ritrovare la via d’uscita. Altri credono invece, che possano esistere una serie di cunicoli segreti, lunghissimi e simili a labirinti inestricabili capaci di mettere in comunicazione i due grandi edifici teatrali della città antica nei quali la scolaresca potrebbe essersi smarrita.

Nonostante gli anni passati nessuno è ancora riuscito a risolvere il mistero che tutt’oggi continua ad aleggiare tra le credenze popolari.

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