Da pneumatici usati ad asfalto: la sfida è siciliana
189.569 le tonnellate di pneumatici fuori uso raccolte in Italia lo scorso anno. 20.000 In Sicilia. I numeri parlano chiaro. Trasformare gli pneumatici obsoleti in polverino da riutilizzare nel ciclo di produzione dell’asfalto, è una delle sfide del progetto “Rubberap“. A condurlo, il Laboratorio di strade, ferrovie e aeroporti del Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Palermo, in collaborazione con la società consortile “Ecopneus” e, come partners, l’Universitè Gustave Eiffel, l’azienda trapanese “Smacom Srl” e la start-up innovativa “Rub-Lab srl” (entrambi con sede a Santa Ninfa) e la “DS Asfalti srl”.

Attualmente da Santa Ninfa, una grossa fetta della produzione, viene venduta all’estero. Da qui la nuova sfida per il riciclo e riutilizzo secondo le logiche della Circular Economy.
Proprio a Santa Ninfa (cittadina della provincia di Trapani) si è tenuto il primo test sul campo della ricerca. Alla presenza del professor Davide Lo Presti dell’Università di Palermo, gli ingegneri Luis Alfonso de Leòn Alonso della società svizzera “Tyre Recycling Solution” e Luciano Spina, Presidente della “Rub-Lab” e il dottor Antonino Pellicane della “Smacom” si è proceduto a effettuare delle stese di prova per verificare l’assenza di limitazioni operative durante le fasi di miscelazione, stesa e compattazione.
«Si tratta di un metodo innovativo per l’Italia – spiega Luciano Spina, a capo della società che lo promuoverà in Sicilia – perché consente il riutilizzo dei vecchi pneumatici in interventi ecosostenibili per le strade». Non solo. Operai, imprenditori e tecnici di alcuni comuni del Trapanese, hanno constatato come la lavorabilità, l’emissione di fumi e la pulizia dei macchinari risultano addirittura migliorate rispetto agli asfalti convenzionali.
Storia
La società svizzera “Tyre Recycling Solution” è un’azienda leader nel settore ed è titolare della licenza del brevetto americano “Asphalt Plus”. Già in America, da decenni, gli pneumatici obsoleti vengono resi riciclabili e impiegati nella produzione di asfalto. In Europa questa tecnica è stata impiegata recentemente, soprattutto, in Spagna.
In Italia le normative ambientali hanno dato l’ok soltanto a novembre scorso. Da qui la collaborazione tra “Rub-Lab”, “Smacom” e la “DS Asfalti” con la “TRS”.
Oggi
Attualmente in Italia sono stati realizzati poco più di 500 km di strade con “asfalto gommato”, ma nessuna con questa rivoluzionaria tecnologia messa a punto con uno studio dell’Università di Palermo. «La ECR – spiega il professor Lo Presti – viene ingegnerizzata già nell’impianto di riciclo e polverizzazione dello pneumatico, permettendo un innovativo metodo “dry” che non necessita di alcun adattamento degli impianti di asfalto, né di macchinari specifici per la stesa e compattazione». L’adattamento tecnologico alle miscele italiane è attualmente curato dai laboratori dell’Università di Palermo, nell’ambito del progetto “Rubberap”.

«Con questo tratto di prova a Santa Ninfa è stato possibile dimostrare come in 100 metri di tappetino per strade urbane possono riciclarsi circa 80 pneumatici – spiega il professor Lo Presti – i costi rimangono competitivi e grazie allo sviluppo di conoscenze dei partners coinvolti si prevedono miglioramenti delle prestazioni della pavimentazione in termini di proprietà meccaniche, possibili ridotte emissioni sonore e prolungato mantenimento delle caratteristiche cromatiche (la segnaletica orizzontale maggiormente visibile in quanto il manto resta nero più a lungo».
La sostenibilità ambientale è il punto di arrivo.
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