Il concetto di lusso si trasforma e cresce in numero di accezioni. Secondo una recente ricerca sono cinque oggi le dimensioni espressive che assume.

“Ostentato”, identificativo di uno stato, che si concretizza nel possesso di oggetti più o meno vistosi inevitabilmente superflui, veri e propri segnali dell’appartenenza ad una classe agiata.

Poi il “Minimal” che si caratterizza per la ricerca della discrezione. Un atteggiamento di eleganza discreta, antitetico rispetto al rappresentarsi in maniera sfacciata.

Poi ci sono le tre dimensioni più innovative.

Il “Esistenziale”, molto vicino al polo dell’essere, si identifica con la possibilità di godere di uno stato di tranquillità senza impegni che investono la quotidianità.

Una quarta dimensione è il “Individuale”, si tratta del desiderio di soddisfare i propri desideri. I beni posseduti si caratterizzano per essere unici. Ciò ha interessanti ricadute nel mondo dei consumi, alto artigianato, serie limitate e pezzi unici: un individualismo dell’esigenza.

Esiste infine la dimensione del “Accessibile”, una nutrita serie di brands che propongono prodotti caratterizzati da un rapporto qualità/prezzo che fa leva sull’aspirazione al lusso rivolta ad un target giovane.

A ben vedere possiamo dire che il lusso perde quell’aspetto elitario e ben circoscritto per muoversi verso una dimensione innovativa, esplorativa, esperienziale. E voi a quale dimensione appartenete?

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