Autodidatta, creativo, ribelle e anticonformista per natura. Fuori dalle righe e dagli schemi per inclinazione, sogna la vita che sta già vivendo ma in un mondo più sano. Si descrive così Giammarco Antoci, classe ‘73, ragusano, scultore e fondatore di Snk-Lab.
Lo abbiamo intervistato per saperne di più sulla sua carriera.

Tutto ha inizio nel 2016 grazie alla commissione di un conoscente. È così che Giammarco scopre il mondo delle sneakers, un mondo affascinante e del tutto nuovo che lo spinge a rappresentare tramite la scultura i modelli iconici che ne hanno segnato la storia, ottenendo risultati sorprendenti e avvicinandosi talvolta all’iperrealismo.
Adoro il legame intimo tra le persone e le sneakers. – ci spiega – Adoro la capacità e la forza con cui riescono ad uscire dal solito immaginario collettivo per diventare forma significante, simbolo di tempo e di storia.

Nasce così Wooden Sneakers, il primo brand fondato nel 2016, a cui segue, da lì a breve, Snk-Lab. Un collettivo che unisce un gruppo di artisti nato e operante a Ragusa dal 2017. Un’anima unica formata da Giammarco Antoci, Luca Giampiccolo, Salvatore De Nicola ed Elena Giampiccolo. Artisti, artigiani, progettisti ed esecutori. La loro arte unisce l’abilità manuale all’espressione concettuale. Dai progetti architettonici, alla scultura, la loro missione è lavorare in modo responsabile, sostenibile e trasparente selezionando materiali di recupero e trasformandoli in oggetti culto dell’immaginario collettivo.

Spieghiamo ai nostri lettori come avviene la produzione.
La produzione avviene in maniera totalmente artigianale dopo aver studiato e pianificato il progetto in ogni dettaglio. Non c’è improvvisazione. Ci sono prove e sperimentazioni in una fase precedente, quando utilizziamo un nuovo elemento o un nuovo attrezzo”.

Artigianalità.
E’ essenziale avere un’ottima manualità e capacità organizzativa, sia per inventare che per risolvere eventuali imprevisti”.

Ricerca, studio e progettazione quindi. Quanto tempo occorre per realizzare ogni pezzo?
Per alcune sculture dedichiamo dalle 100 alle 300 ore, per altre basta un solo pomeriggio. Per le installazioni settimane o mesi”.

Quali i materiali?
Il rispetto per la natura è al primo posto, come detto prima, le nostre sculture principali sono realizzate con materiali di recupero: legna salvata dalle fiamme, scarti di marmo, pietra di Comiso e pietra pece di Ragusa. I calchi invece sono prodotti in ceramica a freddo, cera e cemento

Il lavoro del collettivo non si farma qui. “Esiste un progetto parallelo a quello delle “sneakers sculptures”, dove realizziamo oggetti emozionali/decorativi in ceramica a freddo. Sono tutte collezioni personalizzabili, che evocano la memoria dell’ infanzia come le trottole o i razzetti che si lanciavano fra i banchi di scuola, oppure creiamo oggetti che trasportano nei ricordi di un viaggio come la macchina fotografica analogica o il notebook”.
Oggi siamo in grado di produrre qualsiasi cosa, – non solo opere, continua Giammarco – realizziamo anche case sugli alberi e grandi installazioni, proprio per questo lavoriamo molto su commissione”. Produzioni versatili per cui chiunque, sia grandi che piccini, sia uomini che donne potrebbero possederle.

Come fare?
Le nostre sculture possono essere acquistate tramite il sito, oppure inviandoci una richiesta tramite e-mail”.

Quale il messaggio dietro ogni opera?
Ce n’è più di uno, tra questi mi sta a cuore ispirare la gente o artisti realizzando opere con un alto valore estetico trasformando legna o pietre di scarto”.

Arte per tutti e di tutti. Cosa significa il termine arte per Giammarco?
Trovo banale e riduttivo etichettare l’arte con una semplice definizione. Sicuramente è un linguaggio universale e soggettivo, quindi discutibile in tutte le sue forme”.

Qualcosa che ti piace di te e del tuo fare arte?
Sono molto determinato e mi espongo a molti rischi, questo mi piace e mi stimola”.

Qualcosa che non ti piace di te e del tuo fare arte?A volte sono parecchio testardo, ma non c’è nulla che non mi piace nel mio modo di fare arte”.

Qual è il riconoscimento più gratificante che hai ricevuto?
Un articolo pubblicato nel “New York Times” che parlava del nostro progetto”.

Un ultima curiosità. Un collettivo quello di SnK-Lab nato e operante in Sicilia dicevi. Ma cosa implica oggi fare arte nella nostra terra?
Impegnarsi il triplo. Il laboratorio dove lavoro con la mia squadra è una finestra sul mondo, restare qui significa allo stesso tempo essere ovunque”.

Foto by Gianluca Todaro

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