Il bello ideale: un modello superiore di perfezione
Il termine “Bello Ideale” è servito a indicare la bellezza ottenuta dalle arti non attraverso un’imitazione letterale della natura, bensì attraverso la correzione dei difetti con i quali la natura si presenta negli individui concreti, appunto perché tali emendamenti vengono apportati sulla base di un modello superiore di perfezione, un ideale.
Ancora oggi diciamo che un ritratto è idealizzato quando non punta a ridarci i caratteri concreti dell’individuo rappresentato, ma piuttosto a nobilitarlo avvicinandolo a un criterio astratto di perfezione […].
Tanto la dottrina dell’idea, quanto quella del bello ideale hanno precorrimenti fin dall’antichità. Come la storia del pittore Zeusi che per dipingere una fanciulla bellissima raduna cinque belle giovani e sceglie di ognuna le parti più belle, componendole in un’immagine che non ha equivalente in natura […]. Nel 700 la dottrina del bello ideale tocca la sua massima diffusione: si deve imitare non la natura quale essa si dà effettivamente, ma la “bella natura”, ossia, spiega Ch. Batteux, “Non il vero che è, ma il vero che potrebbe essere, il bello vero”.