“L’Infanzia Negata”, il nuovo libro del giornalista Carmelo Riccotti La Rocca, è in libreria e sui maggiori siti di vendita online.

Edito dal Gruppo Albatro i Filo, questo libro si presenta come un romanzo ma è un vero e proprio reportage.

Il testo, lucido e realista affronta il dramma delle donne romene in Italia, tema che caratterizza con urgenza la nostra epoca e il nostro paese. La lotta al caporalato, le attività criminali che si nascondono in parte della filiera dell’agroalimentare e la situazione delle donne vengono raccontate attraversa la storia della protagonista Giulia.

La vicenda della giovane Giulia diviene simbolo di una delle tante storie reali, ci racconta di diritti violati, di una crescita accelerata e brutale fatta di violenza e miseria.

Come nasce l’idea di questo testo?

«Ho conosciuto e toccato con mano la realtà dei cosiddetti “invisibili” – che vivono e lavorano nella fascia trasformata del ragusano, nella zona tra Vittoria ed Acate – nel 2016. Già qualcuno aveva parlato di caporalato e della situazione degli stranieri sfruttati in quelle zone, così, insieme alla collega Martina Chessari, abbiamo deciso di raccontare il fenomeno da un altro punto di vista: quello dei bambini. Per diversi mesi abbiamo seguito un gruppo di 15 ragazzini che era entrato in un progetto di scolarizzazione grazie al finanziamento della chiesa Valdese e alla disponibilità della dirigente Lombardo dell’Istituto Giovanni XXIII di Vittoria. Il progetto era gestito dalla Cooperativa Proxima. Ne è venuto fuori un reportage pubblicato sul quotidiano La Sicilia e un documentario video prodotto da Canale 74. Il lavoro si è incentrato sui bambini e sulle loro storie, ma è chiaro che abbiamo raccontato il contesto parlando: dell’emergenza abitativa, di caporalato e di violenze. Devo dire che il risultato di questi lavori è andato ben oltre le aspettative: con il reportage della Sicilia abbiamo, addirittura, ricevuto il riconoscimento internazionale Marco Luchetta, per la categoria Stampa Italiana. Dopo questo lavoro non ho perso il contatto con chi ogni giorno opera in silenzio per aiutare queste persone. Le voci che arrivavano non erano positive, anzi, quei 15 bambini non andavano più a scuola perché intanto il finanziamento non c’era più e le istituzioni non si erano organizzate per garantire il trasporto scolastico. Per una questione di competenza territoriale veniva negato loro un diritto sancito dalla Costituzione italiana. Una cosa gravissima. A questo punto ho ricominciato a scrivere articoli, ad approfondire l’argomento, a parlare con gli operatori, con i ragazzi e le loro famiglie. Ho così pensato che tutte le storie raccolte non potevano essere riportate in un articolo, ma che valesse la pena raccontare quella realtà, una realtà fatta di soprusi, diritti negati e miseria e che è lì, a pochi passi da noi. Ma forse non tutti lo sanno»

Quali sono le fonti di ispirazione di cui ti sei servito per redigerlo?

«Mi piace raccontare un episodio in particolare: dopo un articolo pubblicato su La Sicilia, Vincenzo La Monica, responsabile immigrazione della Caritas di Ragusa, mi ha inoltrato il messaggio di una volontaria che diceva di essersi commossa per quanto scritto e per il fatto che ero riuscito ad accendere i riflettori sulla vicenda. La volontaria chiudeva il messaggio chiedendosi cos’altro poteva fare ancora di più per quelle persone. A quel punto anche io mi sono chiesto cosa avrei potuto fare di più per far conoscere quella realtà, così è nata l’idea di scrivere l’Infanzia Negata»

Ci sono scrittori disciplinati, metodici, che stilano scalette e rileggono mille volte i loro scritti; e autori che istintivamente buttano giù frasi su frasi fino a comporre un romanzo. Tu? Che tipo di scrittore sei?

«Non mi sento assolutamente uno scrittore. Sono un giornalista che ha raccolto delle storie e le ha raccontate. Mi sono solo concesso il lusso di sconfinare un po’ romanzando la parte centrale del libro narrando la storia di una ragazzina: Giulia, questo è il nome che le ho dato. Il libro è come un contenitore che raccoglie dentro tante storie».

Hai stilato una scaletta prima di scrivere o sei andato dove ti ha portato la storia?

«Il racconto di Giulia è venuto giù di getto, avevo questa storia dentro che volevo raccontare. Poi però ho compreso che la storia in sé non bastava, così ho pensato che andava spiegato bene il contesto. Ho deciso quindi di dedicare tutta la prima parte del libro ai tanti che operano in prima linea e che quotidianamente sono impegnati nella realtà che racconto. È un po’ come prendere per mano il lettore e portarlo fino alla storia di Giulia. In questo modo potrà capire chi è Giulia e in quale contesto vive. Memore poi dei tanti commenti agli articoli che avevo fatto, da parte di persone che continuano a ripetere che sono solo fantasie, ho deciso di chiudere il libro con delle relazioni delle operazioni di Polizia eseguite tra Vittoria ed Acate per il contrasto del caporalato. Questo l’ho fatto perché non si possa dire che sono storie inventate. Tra le altre, ad esempio, riporto quella della 13enne abusata da tanti con il beneplacito della madre, in cambio di una doccia o di un posto dove dormire»

 In quanto tempo lo hai scritto?

«La parte di getto in pochissimi giorni, ma in tutto credo, se non ricordo male, di avere impiegato 3/4 mesi»

Cosa non dimenticherei mai di questa avventura?

«Per quanto riguarda il periodo che ha preceduto la scrittura, sicuramente il contatto con questi ragazzi e con le loro famiglie, ma anche quello con i volontari che donano sorrisi, e non solo, senza sé e senza ma. A Ragusa abbiamo delle realtà fantastiche, mi riferisco alla Caritas, ad esempio, che fa un lavoro straordinario con il presidio di Marina di Acate che sembra veramente un’oasi nel deserto. 

Durante la stesura del libro, invece, ho avuto la possibilità di approfondire delle belle conoscenze e, in qualche modo, mi sono sentito coccolato dall’entusiasmo e della vicinanza degli amici. Mi riferisco, per esempio a Olga Minardo, un’artista fantastica, che ha curato la copertina. Di lei mi ha colpito il suo grande entusiasmo per questo lavoro, ad un certo punto era lei a spingere me per la pubblicazione. E poi come non citare i colleghi (amici) Salvo Miccichè. Stefania Zaccaria, Martina Chessari per i consigli e il supporto. Queste sono le cose che mi porterò dentro»

Cosa ti piace di più di questo libro?

«È difficile parlare della propria opera, però mi piace riportare un commento fatto durante una presentazione (purtroppo l’unica a causa del Covid), della docente universitaria di Storie delle Dottrine Politiche a Catania, Stefania Mazzone che ha definito questo lavoro come uno strumento da utilizzare per lo studio del fenomeno. Ha detto che il grande merito del libro è quello di aver in qualche modo creato una rete di attori che lavorano in prima linea. In effetti nella prima parte, come dicevo, vi sono delle testimonianze preziose: dal presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani, che parla di agro-mafie, alla presidentessa dell’associazione Donne Romene in Italia Silvia Dumitrache che spiega da dove partono queste donne e che condizione vivono. Poi c’è la testimonianza di Vincenzo La Monica, di padre Beniamino Sacco, di Michele Mililli, del sindacato Usb. Insomma, questi attori possono diventare davvero una rete in grado di affrontare il problema del caporalato, dello sfruttamento lavorativo e abitativo, in maniera strutturata. Un altro commento che mi è piaciuto molto diceva che questo è anche (e forse soprattutto) un libro sulla violenza di genere»

Perchè dovremmo leggere il tuo libro?

«Perché racconta di storie che magari ignoriamo, ma che invece avvengono a pochi passi da casa nostra»

Come ti sei sentito alla pubblicazione?

«Ovviamente vedere pubblicata una propria creazione fa sempre molto piacere. È come un figlio che viene alla luce»

Quale il prossimo progetto?

«Intanto non vedo l’ora che si possa tornare alla normalità e iniziare con le presentazioni del libro. Avevo già degli appuntamenti importanti che, purtroppo, sono saltati. Per il resto non ho progetti di pubblicazioni a breve termine. Vedremo….»

0