La Visione di Kassandra alla Biennale di Venezia
Due architetti siciliani presentano al Padiglione Italia un innovativo strumento di pianificazione urbana e di gestione delle risorse. Kassandra è un innovativo strumento di supporto alla pianificazione urbana e gestione delle risorse per combattere gli effetti del cambiamento climatico, ideato e realizzato da due architetti siciliani, Mark Cannata e Antonio Stornello. Kassandra prevede un’architettura intrinsecamente sostenibile basata su un approccio metabolico, per riportare l’uomo e la natura in un rapporto paritario di rispetto e armonia.
Proprio per questo, il progetto Kassandra è stato selezionato per partecipare al Padiglione Italia 2021, che quest’anno avrà appunto come tema quello delle comunità resilienti. “Il Padiglione Italia 2021 si fonda sulla convinzione che la crisi climatica sia la più grande sfida che l’Umanità debba affrontare e che il mondo dell’architettura abbia la responsabilità di portare il proprio contributo. E Kassandra aiuta a decidere le strategie di design in tempi di crisi ambientale”, annuncia il curatore Alessandro Melis.
“Lavoriamo da tempo – confermano Cannata e Stornello – a questa soluzione che ora si rivela perfettamente in linea con il tema della Biennale. Una forte sfida per il futuro di tutte le città, in particolare quelle storiche. Una sfida percepita tanto dai progettisti, chiamati a rivedere in modo sostenibile il proprio lavoro, e dalle istituzioni che hanno la responsabilità di tracciare linee di sviluppo generali, quanto dai cittadini che avvertono questo tema con crescente sensibilità».

Lo strumento ideato dai due architetti è a tutti gli effetti il primo vero sistema integrato di supporto alle decisioni (IDSS), pensato e realizzato per dare supporto a chi sia chiamato a pianificare, con lungimiranza e visione prospettica, lo sviluppo futuro delle città.
L’unico progetto del Padiglione Italia che arriva dalla Sicilia
Il progetto “Rewilding Modica – La Profezia di Kassandra” è la specifica applicazione del progetto che i due architetti presentano alla Biennale. Si tratta dell’unico progetto che arriva dalla Sicilia tra i 15 del Padiglione Italia ed è l’unico nato da un’iniziativa privata, col patrocinio del Comune di Modica (Ragusa).
Cannata e Stornello hanno scelto di applicare Kassandra al centro storico di Modica, perché presenta una molteplicità di caratteristiche rappresentative di un esteso campione di città storiche di piccole e medie dimensioni nelle aree del Mediterraneo, che corrono più rischi a causa dei cambiamenti climatici.
«Modica – spiegano Cannata e Stornello -, è situata a 36 °gradi di latitudine, il parallelo che attraversa la maggior parte del Mediterraneo. È un sito del patrimonio dell’Unesco,dunque un punto di riferimento per la qualità dell’ambiente urbano storico. Ma è anche una città dalla topografia complessa e dalle molteplici stratificazioni. Di analizzare un numero significativo di dati di diversa natura e di immaginare diversi scenari di intervento».

La proposta elaborata da Kassandra configura già una potenziale strategia concreta, quella legata al ‘Rewilding’. Ovvero alla possibilità che la comunità sia consapevole e disposta a riportare all’interno del centro storico la natura con i suoi criteri di autoregolazione. Questo a partire dall’elemento attorno a cui Modica ha avuto origine, ovvero l’acqua.
Il progetto guarda agli effetti del cambiamento climatico
Cannata e Stornello stanno lavorando, in collaborazione con l’Università di Portsmouth (UK), anche al progetto “Building resilient coastal communities: learning from Small Island Developing States”. L’obiettivo è fornire linee guide per combattere gli effetti del cambiamento climatico nelle isole di Dominica e Granada, nei Caraibi.
“Il nostro è in generale un approccio di progettazione fondato sull’idea che l’architettura non è separata dalla natura – concludono -. Trasformare edifici e sistemi urbani in sistemi aperti e virtuosi che reagiscano positivamente ai cambiamenti climatici e sociali richiede un cambiamento di paradigma”.
