Lasciano il segno nella geografia dell’arte e del design contemporanei le installazioni artistiche site specific realizzate in luoghi pubblici. Anche quest’anno si raccontano molte esperienze interessanti. La rivista internazionale Designboom ha redatto una classifica. Ecco la top 10 secondo loro. Voi siete d’accordo?

14 artisti chiamati per lasciare una traccia nel deserto che parlasse di ambiente, storia e comunità.

Questa (realizzata da Rashed Alshashai) è una delle più rappresentative opere della rassegna Desert X, che si è svolta a febbraio 2020 in Arabia Saudita.

Ci spostiamo in Italia, a Roma, nel Parco dei Daini di Villa Borghese con l’installazione Etherea di Edoardo Tresoldi. Si tratta di un’installazione in rete metallica originariamente concepita per il festival di musica e arte di coachella valley nel 2018. È arrivata quest’anno a Roma per la mostra Back to nature. Ridisegnata e riorganizzata per l’occasione, la grande opera dialoga con gli alberi circostanti. La monumentale opera prende spunto dall’architettura barocca e neoclassica e incornicia con la trasparenza della sua matericità, scorci del parco.

Voliamo a Rotterdam dove l’artista olandese Florentijn Hofman ha creato una monumentale volpe che tiene un sacchetto di plastica tra le fauci. L’artista ha suggerito uno scontro tra i due regni: la città e la natura. Infatti, la volpe, lunga 16 metri, torreggiava sopra un incrocio che separa i quartieri di Bospolder e Tussendijken, un’area della città dove, di sera, si vedono comunemente le volpi.


E ancora, Our glacial perspectives, collocata lungo il ghiacciaio Hochjochferner in Alto Adige, è l’ultima opera d’arte pubblica permanente di Olafur Eliasson. L’opera d’arte dirige l’attenzione del visitatore verso una prospettiva planetaria che si focalizza sui cambiamenti climatici che stanno influenzando direttamente il ghiacciaio Hochjochferner.

Lo studio newyorkese Behin ha ha realizzato Together apart un’ installazione in tessuto a rete arancione brillante costruita in due diversi siti in Danimarca. Ogni installazione consiste in quasi 400 nastri di tessuto a rete rivestita. I due progetti sono un sequel dell’installazione Coshocton ray trace.

In Lituania l’erba secca sospesa copre l’intero soffitto di una stanza vuota. French exit, dell’artista lituano Tadao Cern è un’installazione che raggruppa fili di erba secca, trasformando un oggetto quotidiano facilmente accessibile in un’opera d’arte contemplativa.

L’artista francese Xavier Veilhan e il suo collaboratore scenografo Alexis Bertrand, hanno installato un paio di sculture monumentali in due parchi nel distretto di Vårberg, un sobborgo sud-ovest di Stoccolma. Intitolate I giganti Vårberg, le opere sono realizzate con blocchi prefabbricati autoportanti di cemento blu.

In questi tempi di isolamento causato dalla pandemia, Victor Solomon ha realizzato Kintsugi Court per illustrare il basket come piattaforma unificante che ispira la guarigione.

Arc Majeur è la monumentale scultura di 200 tonnellate e alta 60 metri in acciaio corten arrugginito di Bernar Venet, uno dei più grandi artisti viventi della Francia. L’installazione percorre l’autostrada E411, al confine tra Namur e Lussemburgo. La scultura è la più grande opera d’arte pubblica in Europa con i suoi giganteschi archi gemelli che assomigliano a due braccia che si estendono verso il cielo, sconvolgendo l’orizzonte di una delle autostrade più trafficate d’Europa.

Ogni anno il Musée des beaux-arts di Montreal (MBAM, Montreal museum of fine arts) chiede proposte per un’installazione effimera sull’avenue del museo. Il vincitore di quest’anno è stato lo studio di design canadese NÓS, che ha creato dune mobili, un miraggio esperienziale che si estendeva di fronte al museo.

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