Libertà o amore? L’essenza della convivenza
“La libertà è l’essenza dell’individuo umano e la giustizia l’essenza della convivenza umana. Entrambe potranno sparire dalla faccia della terra solo con l’estinzione fisica della razza umana” (H. Arendt).
Vivere insieme: ci siamo, è arrivato il momento. Ma come affrontare una convivenza? Quanto è possibile vivere con serenità il compromesso tra amore e libertà laddove c’è una variabile che non è infinita e che è lo “spazio”, il territorio fisico? Un tema universale su cui schiere di amici si diletteranno a trovare per voi formule e soluzioni o offrire spalle su cui piangere; mentre gli avvocati non risparmieranno adeguate parcelle. Non si vuole scomodare un’altra “Guerra dei Roses” anche se un antico proverbio ci dice che quando vivono a lungo insieme, gli animali finiscono per amarsi, gli uomini per odiarsi. Il punto è stabilire se la convivenza sia un traguardo o l’inizio di una vita insieme.
E cosa accade alla libertà, la parola più temuta quando si tratta di condividere metri quadri e accessori? È importante allora avere alcuni punti fermi; insomma ci si deve preparare a coltivare lo spirito d’indipendenza che è innato nell’essere umano. E per far questo bisogna mantenere il proprio spazio, non invadere quello dell’altro: condividere la “vita” non corrisponde necessariamente a condividere ogni metro e ogni oggetto. E lo stesso vale per il tempo, variabile preziosa. Vivere insieme non è un obiettivo: è la via, la strada per realizzare anche una parte di sé. Per prima cosa, è importante chiedersi perché lo facciamo. La prima risposta, quella apparentemente meno minacciosa, è l’amore. Escluso quindi l’affitto da pagare così come un ripiego alla solitudine. “Convivere con gli altri è un’arte la cui difficoltà è superata soltanto da quella di convivere con se stessi” diceva Mario Rigoni. E qui la faccenda si fa più seria. Non va bene, infatti, neanche che dopo tanti anni di frequentazione questa diventi un’opzione obbligata o ciò che gli altri si aspettano.
La convivenza non è un risultato ma un percorso di autoaffermazione e non di negazione di sé. Quindi ben venga il bilancio dei pregi e difetti che preparano ai compromessi che vanno accolti; perché ciò che più ci piace aiuta a sopportare gli aspetti più scomodi che non potranno mai cambiare: la convivenza è magica ma non abbastanza per cancellare le parti difficili dell’altro il quale, invece, è salutare che ci piaccia davvero così com’è, con le sue creme dappertutto o i suoi calzini inguardabili. Lo scrittore S. Márai scrive che il peggior dolore che si possa provare nella vita è amare qualcuno e non riuscire a viverci insieme. L’essenza della convivenza in fondo è un passo che ci conduce a una vita nuova e più ricca nonostante tutto, nonostante i cinici: “Se i coniugi non vivessero insieme, i buoni matrimoni sarebbero più frequenti” (Nietzsche).
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