Come mangiare a casa. Il nuovo D’O di Davide Oldani
Il nuovo ristorante D’O di Davide Oldani è connubio perfetto di storia e innovazione così come di gusto e design. Elementi che si fondono in perfetta armonia nel nuovo locale di Piazza della Chiesa antistante San Pietro all’Olmo a Cornaredo in provincia di Milano. Un filare di alberelli dell’artista Velasco Vitali, ci guida verso l’ingresso dalla grande vetrata.
Davide Oldani 48 anni, non è solo uno chef super stellato ma anche designer e docente universitario di food design. Decorare la tavola per i suoi ospiti in casa e nel suo ristorante, con oggetti di design creati da lui stesso, come la collezione di piatti I.D.Ish by D’O firmati per Kartell, è una sua passione. Più che ristorante D’O è quasi una casa. Accogliere prima di tutto: così il ristorante viene concepito e progettato dallo Studio Lissoni con la collaborazione di Ugo Pennella, David Lopez Quincoces e Stefano Castelli.
La cucina a vista, la sala, il salotto anni 70 dal sapore pop con divani di velluto azzurro, tappeti, cuscini, tavolini e una lampada col cappello da chef, omaggio a Philippe Starck, dove prendere l’aperitivo oppure mangiare se non c’è posto in sala, la veranda e al piano di sotto una seconda cucina destinata alla ricerca e sviluppo, lo studio e infine la cantina con 8mila bottiglie. Tutto è stato pensato per offrire un’esperienza che abbatta le barriere tra Davide e i suoi ospiti con l’obiettivo di coinvolgerli a trecentosessanta gradi anche nella preparazione del menù. Bellezza e praticità: così si fondono le idee di Piero Lissoni e dello chef.
L’estetica che non rinuncia alla comodità e alla funzionalità si traduce in tranquillità e rilassatezza perché, secondo lo chef, una forma ergonomica degli arredi favorisce una digestione corretta che comincia da quando ci si siede a tavola e non quando ci si alza. Dalla creatività di Oldani sono nati arredo, stoviglie, bicchieri disegnati proprio dal lui, a partire dalle sedie che hanno un ripiano per appoggiarci la borsa, uno per il telefonino e le chiavi, mentre i tavoli, realizzati da Riva 1920, sono stati progettati ispirandosi ai vecchi banchi di scuola, dove c’è spazio per tutto.
Anche l’illuminazione della cucina è stata particolarmente curata sia dal punto di vista estetico che funzionale, pensando al benessere delle persone. “…deve essere gradevole per chi ci lavora, perché trascorrendo tante ore nello stesso ambiente, anche la parte visiva gioca un ruolo di comfort”.