3000 mq di terreno e poco più, 15 alberi, 15 gli ospiti. Questi i principali dati del progetto “Piantiamo Alberi” inerente la costruzione della prima Oasi Boschiva Canina della Sicilia.

Siamo a Ragusa, I fase della zona industriale, sui terreni del ex macello adiacenti il canile sanitario comunale. Un progetto che punta al benessere degli animali con un attenzione particolare alla biodiversità.

Il progetto Oasi Canina è uno degli obiettti di questa Amministrazione – dichiara l’Assessore al ramo Francesco Barone –  Un’area protetta che consenta ai cani con difficoltà di adozione di poter vivere in natura e non chiusi in box. Il progetto nasce dall’incontro con tante associazioni di volontariato e di animalisti. Si tratta di una vera e propria novità che ci vede primi in Sicilia. Questa Oasi è il primo step di un percorso più ampio. Un nuovo modo di aiutare i nostri amici a quattro zampe. Un grande lavoro di squadra e una grande sinergia ci hanno consentito tutto ciò”.

L’idea iniziale nasce da Pensieri Bestiali, l’associazione che gestisce i servizi complementari del rifugio sanitario di Ragusa dal 2016, anno della sua costituzione, e del canile municipale di Vittoria. A raccontarcela è Luciana Licitra, portavoce dell’associazione:

Durante queste festività natalizie abbiamo chiesto a tutti coloro che di solito sovvenzionano l’attività con alimenti e prodotti di prima necessità utili per il canile, di optare per Alberi di Natale dismessi o alberi acquistati appositamente. Lo abbiamo fatto attraverso un annuncio sul nostro principale canale di comunicazione: la nostra pagina facebook Pensieri Bestiali-Gestione canili. La richiesta ha sin da subito incontrato il favore di numerose persone”.

Quando l’idea è diventata progetto?

La realizzazione dell’Oasi o Recinto Protetto è un’iniziativa del Comune, suggerita da noi e da altre realtà come la nostra, nel corso degli ultimi due anni. Oggi il Comune di Ragusa ha realizzato il progetto esecutivo, individuato l’area e sta provvedendo ad appaltare i servizi di recinzione. Siamo quindi prossimi alla creazione”.

Andiamo per step.

A realizzare l’opera sarà l’Ente Comune, noi ci stiamo occupando dei servizi accessori e quindi, del reperimento degli alberi per creare zone d’ombra durante l’estate, ma anche per un arricchimento ambientale e della loro piantumazione. A questo proposito un ringraziamento va ai ragazzi di Ragusa Abbogghia che hanno pubblicizzato l’iniziativa sui loro canali social e hanno partecipato attivamente anche alla scelta degli alberi e alla piantumazione

La scelta degli alberi da piantare infatti è stata fatta nel rispetto di alcuni parametri fondamentali: clima, caratteristiche del terreno e velocità di crescita. Questi alcuni degli alberi già piantati: acero, eucalipto, abete, caco mela, bauhinia, gelso nero, salice piangente, tiglio americano, mandorlo, platano.

E adesso come si procederà?

Passo successivo sarà la raccolta e la piantumazione delle piante sottoboschive sempre in base ad un arricchimento che rispetti la biodiversità e la compatibilità con questo tipo di terreno. E poi ancora la raccolta delle strutture: cucce, tettoie; arredi e impianti”.

L’idea è chiedere la partecipazione della cittadinanza a vari livelli.

In merito all’impianto di irrigazione abbiamo deciso di coinvolgere, in accordo con il Comune, l’istituto professionale di termoidraulica. Aspettiamo a breve una loro visita per un sopraluogo e per definire la possibilità di creare una collaborazione che preveda la partecipazione degli studenti attraverso uno stage per la realizzazione pratica dell’impianto. Il tutto a seguito della stipula di un protocollo con l’amministrazione”.

Si sta cercando di realizzare quindi un progetto partecipato. Ma qual è l’obiettivo ultimo di questo progetto?

L’obiettivo ultimo sarebbe quello di realizzare un vero e proprio parco canile, modificando così anche l’idea stessa di canile, che in questo momento prevede una serie di box in cui vengono ospitati cani randagi o abbandonati. É nostro desiderio, invece, rendere fruibile a chiunque questo luogo e, quindi, realizzare un vero e proprio parco dove i visitatori possano entrare in contatto con i nostri cani, conoscerli, accudirli e sentirsi parte di questa realtà. Siamo certi che a breve questo obiettivo, comune a molte realtà dell’animalismo cittadino oltra alla nostra, si potrà realizzare. L’amministrazione è assolutamente favorevole, e ciò ci rende quindi molto ottimisti”.

Lo spazio è abbastanza ampio da poter ospitare 15 cani, ma quali?

Il numero di ospiti dipende molto dalla qualità dei gruppi sociali, bisogna immettere cani che possano stare bene insieme. L’obiettivo principe è la sicurezza e il benessere dell’animale. Una parte dei cani che finisce in canile sono cani non socializzati con le persone o addirittura semiselvatici, provenienti da branchi ed abituati a vivere in libertà. Questi sono cani che per ovvi motivi hanno una bassissima possibilità di essere adottati. Quindi per loro le strade sono due: ritornare liberi sul territorio quando è possibile attraverso la reimmissione (possibilità prevista dalla nostra legge regionale 15 del 2000) o trascorrere la loro vita in canile. L’oasi quindi è una terza via, innovativa ed ancora non prevista in alcuna normativa, che stiamo cercando di costruire”.

Quanti cani oggi sarebbero idonei per essere inseriti in un oasi canina?

L’area attualmente messa a disposizione ci permette di ospitare una quindicina di cani tra quelli che vivono in canile e che rispondono a queste caratteristiche, ma ce ne sarebbero tanti altri. Auspichiamo infatti che questa sia la prima di una serie di Oasi. Su questo territorio, sono tantissimi i cani con questa indole, per loro questa può essere la migliore soluzione. Il passo successivo sarebbe una mappatura del territorio per poter individuare altre possibili aree non preposte già ad altri scopi e via via costruire altre oasi“.

Questo è solo l’inizio quindi…

Si è un inizio che ci riempie di orgoglio. In Italia siamo fra le prime città se non la prima in assoluto a realizzare un Oasi di questo tipo ad opera di un’Amministrazione. In questo momento infatti le poche altre iniziative di questo tipo sono ad opera di privati”.

Raccontaci dell’associazione.

Pensieri bestiali nasce nel 2016, ad opera di Michele D’Agati, me ed altre persone, con l’idea di lavorare in canile unendo allo spirito animalista, competenze professionali. Oggi tutto il personale che lavora con noi è fatto da educatori e istruttori cinofili o da operatori formati. L’animalismo infatti pur essendo la base del lavoro in canile a volte non basta. Servono competenze specifiche e formazione cinofila per non commettere errori a volte anche gravi“.

Cosa vi distingue dagli altri?

L’attenzione alla gestione dei percorsi di adozione oltre che ovviamente al benessere dei cani ospitati. Sulle adozioni abbiamo sempre investito tantissimo. Il canile di Ragusa è un po’ un eccezione in Sicilia, con una media di 60, 70 adozioni annue, un numero molto elevato. Coinvolgendo la cittadinanza, organizzando iniziative con le scuole, gli scout e altre realtà, investendo molto anche sulla comunicazione siamo riusciti a ottenere questi risultati, che sono rimasti costanti negli ultimi quattro anni“.

Quali altri progetti avete o state realizzando?

Tantissimi sono i progetti realizzati in questi anni come il cortometraggio in associazione con Studio Riva di Vittoria, incentrato sulla questione dei cani liberi. Non tutti i cani infatti devono finire in canile o sul divano di qualcuno, ci sono cani nati liberi che vanno lasciati liberi. Altro progetto che mi preme ricordare è il contest fotografico “Tu non sai chi sono io” che prevedeva la visita in canile da parte della cittadinanza e i relativi scatti. Quast’anno invece, causa Covid, abbiamo creato un contest letterario “Se i cani potessero parlare”, racconti brevi che narrassero di un esperienza dal punto di vista di un cane. Lunedì 1° marzo marzo pubblicheremo sulla nostra pagina facebook i dieci racconti selezionati dalla giuria per la votazione finale“.

La tua soddisfazione più grande in questo lavoro?

Le adozioni. Quando un cane incontra la persona giusta, e viceversa, nasce qualcosa di molto speciale. Orientare gli aspiranti adottanti in questa scelta e partecipare alla creazione della relazione è la parte migliore di questo lavoro“.

La difficolta più grande?

“Le difficoltà sono infinite perchè purtroppo la questione randagismo è troppo grande per i mezzi che abbiamo a disposizione. Viviamo quotidianamente il dramma degli abbandoni. Solamente ieri siamo stati contattati per 5 interventi di lettura del microchip o prelievo di cani e gatti. Il problema più grande oggi è l’abbandono sempre più frequente di pitbull o cani simil pitbull, che spesso rimangono qui perchè difficili da far adottare“.

Se dovessi fare un appello?

“Adottate e non comprate. Adottare in canile non significa solo salvare un cane in difficoltà ma anche avvalersi di personale competente che si occupa dell’inserimento graduale dell’animale nella vita di una famiglia. Non abbandonare e infine riflettere attentamente nel momento in cui si decide di prendere un cane, perchè vivere con un cane è per sempre. È una scelta di condivisione della propria vita con un altro essere vivente”.

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