Lissandrello interpreta Giotto
Lissandrello interpreta Giotto. La sua prima partecipazione a una mostra collettiva risale al 1964. Nel 1988 viene allestita una sua personale presso la Gallery Expo Toyota di New York. 1997 è presentato dalla Galleria Bottega d’Arte di Acqui Terme alla “Miart” di Milano e lo stesso anno viene inserito nell’Annuario d’Arte Moderna e Contemporanea 1997-98 della De Agostini. Ha esposto più volte alla galleria Nuova figurazione di Ragusa. Nel 2011 è la volta dell’antologica Opere 1954-2011, tenutasi presso il Museo della Cattedrale di Ragusa. Nello stesso anno partecipa alla ventunesima edizione di “Istanbul Art Fair” in Turchia e interpreta Giotto in una personale a tema prima presso la Galleria Il Chiodo di Ragusa, poi presso la Galleria Assisinarte di Assisi, a cura di Amedeo Fusco. Nel 2012 è invitato da Vittorio Sgarbi alla 54° Esposizione d’Arte della Biennale di Venezia. Torino, Palazzo delle Esposizioni, Sala Nervi.
Nel 2014 prende parte alla grande mostra: “..da Pirandello a Iudice..” Tenera e tenebrosa la notte sugli Iblei. Lissandrello. Strani sortilegi dei nomi. Non molte ore fa, dialogando amabilmente di pittura, il venerando Balthus, evocando i suoi rapporti con Cézanne, raccontava Placido: “Ero piccolo, non avevo forse nemmeno tre anni. Mio padre era un collezionista accanito, di Daumier, Delacroix, Courbet, pittori che sono stati molto importanti, per me. Ma ancor prima di vederlo, di capirlo, io sentivo sempre parlare in casa, con molto rispetto e circospezione, di un certo Cézanne. Insomma, ho incominciato ad ammirarlo e venerarlo prima ancora di imbattermi in una sua tela, così é stato per Lissandrello“.
Lissandrello è inchiavardato nella sua natura di penombra: nei suoi irreperibili soli di pietra siciliana. Nulla, in lui, però e per fortuna, della scolastica anacronistica, così di moda in questi anni, nulla di ricalco dell’antico, di d’aprés, di citazionismo post-modern: il suo è proprio un istintivo, connaturato ‘far antico’, senza dilemmi o giochi di pastiche. Come se alla finestra di campagna Lissandrello, impermeabile, si fosse rifiutato di ascoltare i petardi asmatici della Storia anzi, meglio: non se ne fosse nemmeno accorto. Tutto il piacere dell’esistenza consiste nel ‘incalzare la perfezione sempre un po più da vicino, nel rendere un pò meglio il fremito segreto della vita.
Cit: Marco Vallora,
Piero Guccione