Legare insieme funzionalità e contesti paesaggistici, fondere architettura e design puntando su qualità strutturale, tecnologie innovative di produzione e bioarchitettura: questa la nuova concezione di cantina. Mentre in passato queste strutture erano viste come semplici scantinati adibiti alla conservazione del vino, oggi l’idea è completamente mutata. Il vino diventa cultura e le azienda vitivinicole investono sempre più in progetti architettonici complessi in grado di unire tradizione e innovazione, design e funzionalità.
Strutture che diventano dei veri e propri templi o come da molti definiti “musei aziendali”, luoghi in cui architetti ed ingegneri danno sfogo alla loro creatività senza tralasciare le caratteristiche fisiche e tecniche che ciascuna cantina deve possedere.
Un gioiello di design che sorge tra le colline senesi è ad esempio la Cantina Podernuovo Bulgari. Costruita su tre livelli, ha ampie pareti vetrate che permettono di vedere la struttura come in sezione. Al piano inferiore, in corrispondenza delle zone di accesso alla produzione, il corridoio separa la zona che ospita la barricaia, la tinaia e il deposito cestoni dal magazzino e dall’area di imbottigliamento; al secondo livello lo stesso corridoio divide la sala degustazione dagli spazi per il personale; all’ultimo livello, al quale i visitatori possono accedere direttamente dal parcheggio posteriore, il suo tracciato definisce l’accesso al blocco degli uffici aperti sull’ampia terrazza e separa quest’ultima dal campo con gli ulivi che ricopre l’area di lavorazione del vino. Cemento, cotto, acciaio e vetro sono i principali materiali utilizzati per la costruzione.
In Sicilia invece troviamo la cantina Donnafugata una delle più rinomate in Italia. Una realtà produttiva dinamica e finalizzata all’eccellenza. Costruita nel 1851, conserva l’impianto tipico del “baglio” mediterraneo, adornato da tipiche piante di agrumi e di ulivi con ampia corte interna. La barriccaia sotterranea, scavata interamente nella roccia di tufo, permette non solo il risparmio energetico ma anche un naturale mantenimento della temperatura e dell’umidità (15°C e 85%).
Luoghi trasformati da semplici spazi per la produzione e conservazione del vino in realtà sempre più complesse che hanno non soltanto accelerato la crescita e lo sviluppo del settore enologico ma hanno anche favorito l’ampliamento del settore enoturistico, della promozione territoriale e dei prodotti enogastronomici.

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