Una foglia celebrerà a Ragusa la rinascita e sostenibilità
Una impronta di verde in una zona di espansione. Al centro una foglia, simbolo di rinascita e di sostenibilità, completamente riciclabile. Questo il segnale lanciato dall’installazione che impreziosirà la rotatoria di ingresso all’ospedale Giovanni Paolo II. L’opera, che rientra in un patto di collaborazione per il decoro del verde pubblico con il Comune di Ragusa, è stata commissionata dalla ditta Legnami Guastella allo studio dHome Archistudio.
Il progetto, in dettaglio, prevede la sistemazione della rotatoria di accesso al nuovo ospedale ibleo nonché delle relative aree di pertinenza di via Ettore Fieramosca, in contrada Cisternazzi.
A spiegare la genesi del progetto ed il significato dell’installazione sono l’architetto Bruna Lomagno e l’ingegnere Danilo Dipasquale di dHome Archistudio.
Da cosa è nato il progetto?
“La richiesta della committenza, quindi Legnami Guastella, era quella di utilizzare specifici materiali. Insieme abbiamo condiviso l’approccio sostenibile. In particolare, si tratta di una installazione progettata per essere eventualmente interamente riciclata, una volta smantellata”.
“Il sito che accoglierà l’installazione è stata ovviamente un’altra componente che ci ha guidati. Si tratta di una zona di espansione, che ospita il nuovo ospedale ma anche numerosi insediamenti abitativi. Quindi un’area urbana nella quale si è costruito molto. Il segnale che volevamo dare è quello di una impronta di verde in mezzo a tutto il cemento utilizzato negli ultimi anni”.
La foglia è la protagonista dell’installazione?
“Non solo. Certamente la foglia è un elemento caratterizzante, è il simbolo della azienda committente e combacia con la nostra idea di ecosostenibilità. Ci è sembrata perfetta per l’installazione che interne richiamare alla necessità dell’elemento naturale nelle nostre città”.
Quali sono gli altri elementi del progetto?
“L’idea è calibrata sul punto di vista dei principali fruitori, ovvero gli automobilisti che guarderanno l’installazione sempre in movimento, percependola in prospettiva. Abbiamo dato importanza alla tridimensionalità quindi, senza tuttavia trascurare il disegno in pianta che conferma i chiari riferimenti alla natura, alle foglie di una delle piante tipiche del paesaggio Mediterraneo, la Chamaerops humilis, chiamata anche Palma di San Pietro, Santo protettore dei pescatori e dei Papi. Il desiderio di richiamare alla memoria dei Papi è un preciso e voluto riferimento all’ospedale che si trova in zona. Da questo scaturisce la forma a raggiera, ripresa con legni masselli interamente riciclabili che accolgono anche il sistema di illuminazione a pavimento”.

Tornando alla foglia, quali significati racchiude?
“La foglia è l’elemento 3D dell’installazione. Avrà una nervatura in legno lamellare mentre la sagoma sarà realizzata con una rete metallica, sulla quale potranno svilupparsi delle vere piante rampicanti. Questo elemento, stilizzato, si presta a differenti letture. Rappresenta il concetto di crescita e sviluppo ma richiama anche al concetto di rinnovamento. Si pensi al ciclo vitale delle piante che con il succedersi delle stagioni vedono mutare, nascere o cadere le proprie foglie. Infine la foglia vuole essere un richiamo alla diversità e all’inclusione. Tutte presentano grandezze, colori, venature diverse ma ognuna di esse mantiene la propria bellezza e la propria particolarità. Proprio sulla base di queste premesse la foglia diventa un piccolo segno per stimolare l’impegno di ciascuno e di tutti al fine di convertire e trasformare la nostra bella “città” in una fertile e viva “comunità”.
Questo progetto rappresenta per voi una nuova sfida?
“Non avevamo mai affrontato questo tipo di lavoro, ma ci piace confrontarci con nuove sfide. Amiamo il nostro lavoro quotidianamente alimentato dalla grinta e dalla curiosità di esplorare nuovi scenari architettonici e soluzioni ingegneristiche all’avanguardia coniugate alla volontà di sporcarci le mani e metterci in continua discussione, così da raggiungere ogni richiesta anche se apparentemente ambiziosa. Il legame col committente è stato per noi fondamentale, dato che ci siamo conosciuti proprio da Legnami Guastella durante un evento tanti anni fa”.

Siete partner nella vita come nel lavoro. Come riuscite a non litigare per un progetto?
“Non tutti possono riuscire a collaborare, siamo fortunati perché condividiamo il background e i principi. Crediamo che il connubio di due esperienze differenti ed il confronto continuo migliori tanto il prodotto finale. Ci piace anche condividere il nostro stile, il nostro pensiero architettonico, col committente. Il dialogo rappresenta una parte importante dei nostri progetti finali. Siamo convinti che i committenti debbano riconoscersi nelle case che poi dovranno vivere.
Quali sono gli altri progetti ai quali state lavorando?
Molte ristrutturazioni, sia in centro storico che in periferia o zona di mare. Residenze, per lo più committenze giovani. Perseguiamo i principi di sostenibilità ed efficentamento energetico.