A marzo partiranno i quattro cantieri sull’area del tempio di Giove Olimpio, nel cuore della Valle dei Templi. Si tratta di uno degli interventi più importanti degli ultimi anni per il Parco archeologico di Agrigento. Sarà infatti possibile rileggere correttamente l’intera area sacra del santuario, il percorso che conduceva all’imponente altare di Giove. Verranno anche musealizzati numerosi reperti della decorazione architettonica.

Le parole del direttore del Parco

    “L’area merita di essere recuperata e valorizzata – ha spiegato all’Ansa Sicilia il direttore del Parco archeologico della Valle dei Templi, Roberto Sciarratta -. Il pubblico presto la potrà visitare nella sua interezza. Si potrà seguire un unico percorso di visita che dall’Olympieion condurrà ai resti dell’altare, liberato dai massi crollati durante gli scavi negli anni Venti. Un intervento che permetterà di far riguadagnare la percezione del collegamento tra altare e tempio”.

I dettagli dell’intervento

L’intervento più scenografico sarà di certo quello del riassemblaggio della trabeazione (architrave, fregio e cornice) sorretta dai telamoni – 38 in origine. Importante anche la musealizzazione: una sottile lastra in acciaio corten, con mensole di pochi millimetri, sosterrà l’enorme statua. Un accorgimento che rappresenterà un vero supporto antisismico, di ultimissima generazione.

Non si tratta, ovviamente, della copia “distesa” tra i resti del Tempio di Giove Olimpio, ma delle parti di un altro telamone originale, ritrovate e ricomposte su rilievo di Heinz-Jurgen Beste dell’Istituto Archeologico di Roma.

Tornerà a risplendere dunque l’area del tempio di Giove Olimpio. Che doveva essere meraviglioso, citato dagli storici tra i più grandi d’Occidente, più imponente del Partenone. L’Olympieion fu eretto nell’antica Akràgas dopo la vittoria di Terone sui Cartaginesi, nella battaglia di Himera del 480 a.C..

Il grande tempio dorico in blocchi di calcarenite, fu una novità per il tempo, per le diverse soluzioni architettoniche impiegate. Tra tutte le semicolonne scanalate (14 sui lati lunghi e 7 sui lati brevi) alte quasi venti metri. Secondo Diodoro Siculo, il timpano era decorato con scene della Gigantomachia e della guerra di Troia.

I telamoni (alti quasi 8 metri) dovevano trovarsi a circa 11 metri di altezza rispetto al pavimento, appoggiati su mensole, con il busto ancorato alla muratura.

Oggi si cerca di ridisegnare la mappa dell’Olympieion, crollato dopo un terremoto nel 1401, e del tutto sconquassato nel XVIII secolo quando gran parte dei suoi blocchi di calcare furono utilizzati per costruire il molo di Porto Empedocle.

In attesa dell’apertura dei quattro cantieri, è stata completata la mappatura del tempio (anche tramite drone che restituisce una visione completa dell’area) e dei suoi più importanti elementi architettonici.

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