Villa Girasole, capolavoro di ingegneria Italiana
Gioiello nascosto dell’architettura italiana, Villa Girasole è un capolavoro di ingegneria. Si tratta di una gigantesca casa immersa nella campagna veronese, a Marcellise, che Angelo Invernizzi progettò ed edificò tra il 1929 e il 1935 come dimora di campagna.
Visionario e precursore del suo tempo, Invernizzi volle che la maxi-costruzione ruotasse seguendo il movimento del sole. Da qui il nome. In 9 ore e 20 minuti la villa poteva infatti ruotare di 360 gradi, grazie ad un meccanismo che, una volta azionato, la faceva ‘scorrere’ su una sorta di binario circolare. Lentamente, quasi impercettibilmente, e solo premendo un interruttore, la villa cominciava a girare, garantendo ai suoi abitanti paesaggi sempre differenti. Secondo quanto annotato dal direttore dei lavori, geometra Mario Daverio, la struttura ruotò per la prima volta il 14 novembre 1933 e il suo completamento venne annunciato a livello nazionale da un’edizione del cinegiornale dell’Istituto Luce del 1935, che descriveva l’opera come «[…] un originale progetto italiano di casa girevole che costituisce una curiosità di grande interesse.»
La Storia
Nata come dimora di villeggiatura la villa in stile razionalista risentì fortemente di un’influenza futurista. L’idea di realizzare un edificio ad alto contenuto tecnologico, capace di seguire il movimento del sole risiedeva nella possibilità di ridurre il consumo energetico e, al contempo, lo sfruttamento delle sue proprietà benefiche.
La villa fu meta dei soggiorni estivi della famiglia Invernizzi sino al 1958. In seguito fu gestita dai figli. Dai primi anni duemila, a causa dell’erosione del terreno, l’edificio subì lievi cedimenti e assestamenti che deformarono irreparabilmente le rotaie e i meccanismi di scorrimento, rendendo ormai impossibile la sua rotazione.
Nel 2012, alla moorte degli eredi l’edificio fu acquisito dalla Fondazione Cariverona che si è occupata di lavori di restauro, dal 2015 non è più aperto al pubblico, a causa di ulteriori lavori di manutenzione.

La struttura
Villa Girasole è inserita in un contesto naturalistico di circa undici ettari di parco.
L’edificio è composto da un basamento di forma circolare di 44 metri di diametro parzialmente interrato nella collina, su cui poggia un corpo rotante di due piani a forma di “L”. L’edificio, che per l’epoca della sua realizzazione abbondava di tecnologia, è dotato anche di un ascensore interno che collega tutti i piani fino alla terrazza superiore, dove si trova l’accesso alla torretta in vetrocemento in ricordo del faro della città di Genova. Complessivamente l’edificio conta cinque piani, di cui due facenti parte del basamento, due del corpo rotante e uno della vetta della torre, che raggiunge i 42 metri d’altezza.
Gli esterni
I prospetti esterni sono stati progettati dall’architetto Ettore Fagiuoli che ha disegnato anche l’arredamento interno in stile nautico. La struttura in cemento armato è tamponata con pareti in laterizio per il corpo fisso del basamento, mentre un innovativo sistema di pannelli in Eraclit ricopre le pareti perimetrali del corpo rotante superiore, garantendo leggerezza e isolamento. Questa stessa parte mobile dell’edificio è stata rivestita esternamente da lastre di Alluman, una speciale lega di alluminio, che le conferisce un aspetto moderno.
L’abitazione comprendeva anche un solarium tounant, un campo da tennis pensile allestito sul terrazzo, una piscina con un toboga in cemento armato e un piccolo lago artificiale inserito nei circa undici ettari di parco circostante.
Gli interni
Un arredamento in stile Deco e Futurista progettato dall’architetto Ettore Fagiuoli e un modernissimo sistema di domotica curato dall’ingegnere meccanico Romolo Carapacchi: tapparelle oscuranti azionate elettricamente da comandi posti nelle stanze.
I primi due piani del basamento ospitavano un’autorimessa e i locali di rappresentanza collegati, tramite l’ascensore interno, al modulo rotante superiore.
Esso costituiva la parte più intima dell’abitazione. Il primo piano del modulo ospitava un ampio quadrilocale con soggiorno, studio, bagni e cucina affacciati tutti verso i lati interni della struttura a “L”; il piano superiore, la zona notte con bagni e relative camere da letto. Entrambi i corridoi di ciascun piano sono ricavati sui lati lunghi della struttura a “L” e sono collegati anche al vano scale, le cui rampe elicoidali percorrono interamente la struttura cilindrica circondando il vano ascensore. Questa struttura cilindrica è il vero perno del meccanismo di rotazione ma contiene anche i cavedi necessari a ospitare gli impianti idraulici ed elettrici che alimentano il modulo rotante superiore a cui è collegata.

Il meccanismo
L’asse di rotazione dell’edificio opera attorno al modulo giroscala di forma cilindrica, che ospita anche il vano ascensore. La rotazione della porzione di edificio superiore, del peso di circa 1.500 tonnellate, era affidata a un sistema di 15 carrelli a ruote dentate di cui 2 dotati di un propulsore diesel ciascuno da 1,5 CV di potenza, che percorrevano un anello costituito da tre rotaie dentate in acciaio poggianti sul solaio del basamento circolare dell’edificio.
Il meccanismo, attivato elettricamente premendo un’apposita pulsantiera posta a ciascun piano del vano scale cilindrico, consentiva alla villa di ruotare su se stessa in entrambi i sensi a una velocità di 4 millimetri al secondo, compiendo un giro completo in 9 ore e 20 minuti. L’autore di questo complesso sistema rotante fu lo stesso ingegnere meccanico Romolo Carapacchi, direttore tecnico delle Officine Meccaniche Verrina di Genova.
Oggi è il ricordo di molti veronesi che nel tempo vi hanno avuto accesso, chi per una gita con la scuola, chi per ammirare il panorama sul terrazzo, chi semplicemente per la curiosità di vedere la villa girevole.
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