I giovani borsisti del G124 rigenerano un angolo dello quartiere Zen a Palermo

Una nuova piazza alberata per il quartiere simbolo dell’abbandono sociale delle periferie, questo il progetto del gruppo di Renzo Piano. Antonino AlessioFlavia OliveriAngela Valenti e Marina Viola, coordinati da Andrea Sciascia, docente di composizione architettonica e urbana presso l’Università di Palermo, è partito dai punti di forza del quartiere e dalle istanze raccolte sul posto per dar vita al progetto battezzato “30 alberi per lo Zen 2“.

Nato da una produttiva sinergia tra la comunità, gli architetti, l’università, l’amministrazione comunale e le associazioni del quartiere, il progetto è arrivato dal G124 e dall’Università degli studi di Palermo, ma l’amministrazione comunale ha sin dall’inizio condiviso il progetto, l’ha finanziato – al netto dell’illuminazione regalata da iGuzzini  – e l’ha realizzato grazie al Coime, il Centro operativo interventi di manutenzione edile del Comune, braccio operativo dell’amministrazione dotato di un suo apparato di tecnici, funzionari architetti e ingegneri, geometri e maestranze, che permette in economia di realizzare interventi come quello della nuova piazza allo Zen 2. Apporto fondamentale quello delle Associazioni che ha consentito di rendere il progetto coinvolgente anche per la comunità che ha potuto partecipare attivamente ad ogni step.

Lo spazio si è da subito rivelato un potenziale luogo di incontro e di gioco, l’area infatti si trova all’ingresso del quartiere e fa sistema con un campetto da calcio da poco realizzato. 

La struttura

Il progetto si estende su un’area di 77 metri per nove, perpendicolare alla circonvallazione. L’ampia piazza è circondata da 30 alberi che si alternano alle sedute cilindriche.

I colori utilizzati nascono da uno studio del G124 che ha optato per la diffusione del colore celeste-grigio all’interno del quartiere, suggerendo un’attenzione ben più ampia, verso le aree circostanti.

La pavimentazione, realizzata utilizzando un cemento drenante per evitare ristagni d’acqua, che permette di avere un’area sempre asciutta anche a seguito di forti piogge riporta un disegno costituito da frammenti di colore, che si ispira, al quadro di Mondrian, Composizine n. 10

Le sedute hanno un’altezza variabile: la seduta standard che si attesta sui 55 centimetri, si abbassa di una decina di centimetri in corrispondenza degli accessi in modo da “accompagnare” le persone all’interno della piazza. In corrispondenza dei passaggi pedonali delle insule e del campetto, sono stati aperti dei varchi per dare continuità alle relazioni spaziali.

I cantieri del G124 sono andati di pari passo con il tema della riforestazione urbana. In questo i giovani del team hanno potuto contare sulla collaborazione di Stefano Mancuso, esperto di neurobiologia vegetale e da Francesco Sottile, docente di arboricoltura all’Università di Palermo (Dipartimento di Architettura). Sono stati piantati due schinus molle, due grandi alberi di testata e 28 pepe rosa.

Per completare i lavori mancano ancora i tappetini anti-trauma, il bilico e i dondoli.

Così, oggi, il quartiere nato dal concorso vinto nel 1969 da AmorosoBisogniGregottiMatsui e Purini, ma mai completato, vede trasformarsi uno tra i tanti vuoti che evidenziano quell’interazione mai risolta tra infrastrutture stradali ed edifici. Un luogo di relazione dove la gente può incontrarsi. Uno spazio che fino ad ora il quartiere non aveva mai avuto.

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